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venerdì, luglio 19, 2013

I migliori stufano e chi si loda si imbroda

Nel campo delle scommesse ci si imbatte in tanti inteligentoni che a fronte di un guadagno (o ricavo??) annuale di 1.500 euro si credono i migliori, grazie ai loro sistemi vincenti. Un anno.
Quella cifra è buona se arriva dopo 2 mesi (dipende sempre qual è la somma di denaro investita, comunque).
Purtroppo basta scrivere in un qualsiasi motore di ricerca "come diventare ricchi con le scommesse" o "come vincere con le scommesse" per trovare risultati simili.

Io, zitto-zitto, in 6 mesi mesi sono arrivato a circa €2.500, e ora col gioco del 100 sono arrivato a circa €1.350 in poco meno di un mese. Niente di straordinario: se voglio guadagnare è normale che incassi queste cifrette.

Meglio essere i primi a raggiungere certi risultati (sono partito da soli €10!) che essere/sentirsi i migliori. Io non mi vanto di nulla (e sicuramente non sono neanche il primo, la mia frase serviva per mostrare in breve le differenze, per fare un paragone), perché per vivere in questa società ci vogliono almeno €1.000/mese, per cui mi reputo bravo ma non un mago.
Io non illudo nessuno, anche perché non devo vendere nulla, né la mia bravura, né degli ebook, né dei miei esoterici sistemi al cui interno si celano algoritmi che neanche Larry Page..
Poi ci sono quelli che aprono pagine per i propri "fan" su Facebook e lì è tutto un profluvio di: "Siamo i migliori!", "Siamo dei vincenti"; "Oggi si sbanca", poi poco sotto il commento dell'autore: "Purtroppo oggi ci è andata male, la sorte.." La sorte!
Chi si loda si imbroda, dicevano alcune persone nel passato.
A che pro si lodano? Perché devono avere dei fan? Per il loro ego che mira ad ottenere rivincite virtuali?
Se riesco a vincere spesso guadagnandoci spesso, non mi lodo, perché dovrebbe essere divenuta un'attività abituale, normale. Per cui di chi urla le proprie vittorie non mi fido e comunque non ho bisogno di suggerimenti (i pronostici e le info sulle squadre ovviamente li cerco, ma da gente che ha aperto siti appositi, senza lodarsi per le sue vincite) né di urlare ai 4 venti o ai 4 monitor di essere un vincente.

Leggevo, ieri sera, un articolo scritto non so quanto tempo e non so neanche da chi (il blog da me trovato, riportava alla fine la scritta: "preso da Internet") in cui l'autore sconosciuto si vantava delle sue conoscenza matematiche dicendo che non si è bravi con le scommesse se si azzeccano 3 partite su 4, perché, dice, puntando soldi su quote basse, si vince fino alla terza partita, ma con la quarta sbagliata si perde tutto.
Questo inteligentone, chissà perché, parlava di quote tipo 1.20 e non di quote da 1.50 e oltre, con le quali ci si può permettere il lusso di sbagliarne 1 ogni 3 (e io ne sono una prova vivente).

E sempre lui ha voluto regalarci un'altra perla suggerendoci un'altra cosa:
perché mai scommettere sui risultati più prevedibili, le cui quote col passare del tempo si abbasseranno? Scommettete invece sul risultato più improbabile, anche quello dato a 20.00 (!!!), perché c'è molta più soddisfazione nell'incassare 200 anziché 20. Soddisfazione? Se devo guadagnare e non divertirmi, io posso puntare anche ben €100 su un risultato quotato 1.20, perché 20 euro non me li regala nessuno.

Morale della favola: noto troppi capo-branco e troppi pecoroni.
Se vi sentite intelligenti e intraprendenti, potete vincere (e un giorno magari anche guadagnare) facendo tutto da soli. Per me il resto non è noia, è fuffa!

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